Amministrazione condivisa dei beni comuni
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Cosa si intende per “Amministrazione condivisa”?
- L’Amministrazione condivisa è il modello organizzativo che si basa sul rapporto di collaborazione tra cittadini e amministrazione, che, insieme, condividono le responsabilità per il bene comune nell’interesse generale.
- La Regione Lazio, con l’approvazione della l.r. 10/2019 e del r.r. 7/2020, ha inteso promuovere l’amministrazione condivisa dei beni comuni, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall’art. 118, 4 comma, della Costituzione, mediante forme di collaborazione tra l'amministrazione regionale e gli enti locali e i cittadini attivi, finalizzate alla cura, alla rigenerazione e alla gestione condivisa dei beni comuni.
Cosa sono i beni comuni?
- I beni comuni sono i beni funzionali al benessere individuale e collettivo e agli interessi delle generazioni future e per i quali le amministrazioni e i cittadini si attivano per garantirne la fruizione collettiva e condividere la responsabilità della cura, della rigenerazione e della gestione in forma condivisa degli stessi.
Chi può prendersi cura dei beni comuni?
- Chiunque può essere un cittadino attivo. Ai sensi dell’art. 2, comma 1, lett. e), della l.r. 10/2019, i cittadini attivi sono “tutti i soggetti, compresi i bambini, singoli, associati o comunque riuniti in formazioni sociali o di natura imprenditoriale che, indipendentemente dai requisiti formali riguardanti la residenza o la cittadinanza, si attivano, anche per periodi di tempo limitati, per la cura, la gestione o la rigenerazione dei beni comuni in forma condivisa, anche con capacità organizzativa e di mobilitazione di risorse umane, tecniche e finanziarie.”
Cittadini attivi potranno essere tanto individui singoli quanto enti collettivi e, in quest'ultimo caso, avere natura imprenditoriale, associativa, o addirittura essere formazioni sociali informali, come ad esempio i comitati di quartiere.
Qual è lo strumento attraverso cui i cittadini attivi si prendono cura dei beni comuni?
- Il patto di collaborazione è lo strumento con cui la Regione, gli enti strumentali, le società controllate nonché gli enti locali, nell’ambito della propria autonomia organizzativa, e i cittadini attivi definiscono gli interventi di cura, gestione condivisa e rigenerazione dei beni comuni.