Rapporti
Il rapporto “Le nascite nel Lazio - anno 2021” riporta i risultati dell’analisi della popolazione dei nati vivi nel Lazio in base alle caratteristiche materne, neonatali ed assistenziali e contiene una sezione dedicata all’emergenza pandemica in ambito ostetrico e neonatologico.
Sintesi dei risultati principali
Nel 2021 i nati vivi nel Lazio sono stati 37.460 (nel 2020 i nati vivi sono stati 37.773).
Il calo delle nascite è un fenomeno nazionale: i report ISTAT sulla natalità e fecondità della popolazione residente e sugli indicatori demografici evidenziano un nuovo minimo storico della natalità dall’Unità d’Italia - nel 2021 il tasso di natalità in Italia è risultato pari a 6,8 per 1.000 e di 6,5 per mille nel Lazio.
La percentuale di gravidanze plurime è lievemente scesa da 3,3% nel 2020 a 3,1% nel 2021.
In generale le gravidanze plurime sono collegate all’aumentata età materna al parto ed al miglioramento delle tecniche di procreazione medicalmente assistita.
L’assistenza ostetrica e neonatale è stata erogata nel 2021 da 33 Istituti di cui 4 privati non accreditati; 4 accreditati e 25 fra pubbliche, classificate e Aziende Ospedaliere e Universitarie.
Le maternità con un volume di attività ostetrica inferiore a 500 parti/anno sono 11, comprensive delle strutture completamente private, mentre 7 superano la soglia dei 1500 nati l’anno.
Il 37,6% dei nati vivi singoli è stato assistito al parto con taglio cesareo. Tale dato si discosta fortemente rispetto ai risultati attesi dal DM/70 del 2015. Si conferma un aumento del ricorso al cesareo all’aumentare dell’età materna al parto. La quota di primi cesarei è del 28,1% nel 2020 e 28,4% nel 2021; tali valori sono lievemente inferiori rispetto al 2018 (29,8%).
Il contributo alla natalità da parte delle donne straniere si è stabilizzato negli ultimi anni.
Era il 4,3% nel 1990 ed è il 25% nel 2017; negli anni successivi si registra una diminuzione del fenomeno e nel 2021 la percentuale è del 21,8%.
Nel 2021 i nati vivi da donne in gravidanza positive al Covid-19 transitate in un reparto “COVID” e/o con diagnosi principale/secondaria come da DM 28 ottobre 2020 sono stati 347, pari allo 0,9% del totale delle nascite regionali. Oltre l’80%, sono nati in punti nascita identificati come Centri di Riferimento regionali per la gestione della gravidanza, parto e nascita per le donne a rischio con sintomi simil‐influenzali e/o respiratori o SARS‐CoV‐2 positive.
Per maggiori approfondimenti consultare il testo integrale del rapporto: Le nascite nel Lazio. Anno 2021
La Regione Lazio, attraverso il Sistema Informativo Ospedaliero (SIO), raccoglie in maniera sistematica e completa i dati sulle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) con la realizzazione di un rapporto annuale che illustra, con tabelle e grafici, le caratteristiche delle donne, in termini socio-anagrafici e di storia riproduttiva, e dell’intervento in termini di urgenza, luogo della certificazione, età gestazionale, giorni di attesa, tipologia dell’istituto di effettuazione dell’intervento, anestesia e tecnica utilizzata.
Il rapporto in breve
Nel 2018 sono state documentate nel Sistema Informativo Ospedaliero 8.287 IVG. Successivamente all'entrata in vigore della legge 194/78, dal 1982 fino al 1995 si osserva un trend in calo, accompagnato da una stabilizzazione fino al 2004 e da una successiva ripresa del trend di riduzione. L’andamento del tasso di abortività del Lazio è simile a quello osservato a livello nazionale. Circa l’82% degli interventi sono stati effettuati entro le 10 settimane di gestazione ed il 13% fra 11 e 12 settimane. Le interruzioni per via farmacologica continuano ad aumentare e nel 2018 hanno rappresentato il 26,2%.
Per maggiori approfondimenti consultare il testo integrale del rapporto: Le interruzioni volontarie di gravidanza nel Lazio. Anno 2018